A TUTTI GLI AMICI DI SAN RESTITUTO
Te lucis ante terminum
rerum Creator poscimus
ut solita clementia
sis PRAESUL ad custodiam!
Un avvio non da civetta ma con un gesto di predilezione verso quei lettori
che, per mia esperienza, drizzano l’orecchio quando sentono profumo di
Cicerone. Succede.
Una mossa spontanea talvolta nostalgica e gradita: è lingua madre!
L’ho percepita e ancora la pratico, con molta parsimonia, nel mio ministero
in occasioni particolarmente importanti.
E questa, oggi, è una di quelle, la più importante della mia vita.
E’ invocazione al Creatore affinché, sottoposti come siamo alle tenebre,
consapevoli della importanza della luce, poiché è con noi clemente, gli
chiediamo di mantenercela.
Anzi diciamo di più: è PRESULE.
Termine solenne della latinità classica, oggi patrimonio della nostra lingua.
Ecco il punto: questa parola mi è utile per introdurvi al
CANTIERE DI SPERANZA
E’ esploso con vigore dal cuore di Marie in un momento particolarissimo
della nostra storia:
la peste bianca che ci paralizza tutti nelle nostre stanze e la Pasqua
mortificata, cui dovremo adattarci. Ne parleremo
Qui si tratta della Associazione Amici di San Restituto (AASR).
Bello il titolo. Come “cantiere” implica progetti, operai, un fine: la
“Speranza”.
Non si tratta di rifondare l’Associazione che ha adempiuto egregiamente i
suoi compiti, ma di allargare gli orizzonti per viverli in pienezza, trovandovi
ragioni sufficienti per aumentare le adesioni.
Una circostanza storicamente irripetibile rende questo impegno urgente, la
coscienza del nuovo che viene dopo la buriana della peste. Non saremo più
come prima, si va dicendo. Ed è straordinariamente vero.
Noi ci prepariamo mettendoci subito all’opera: l’avvio di un Bollettino
ancora tutto da scoprire.
Su tutto questo invochiamo il Signore come Presule nel suo duplice ruolo.
Il Praesul, custodisce e presiede.
Nel “custodire” ci mettiamo tutto il testo nella sua ricca, ordinata
consistenza, nel “presiedere” il suo dinamismo ossia la sua potenzialità
operativa.
Il primo è il momento dello studio della meditazione del dialogo soprattutto
della preghiera.
Il secondo del fare, dei risultati.
Il tutto permeato dal senso profondo e motivato di una comune
appartenenza, quella di popolo in cammino che impara nella quotidiana
esperienza.
Senza perdere di vista mai il fine.
Maria, Regina mundi ci accompagni.
Vi rinnovo gli auguri di Pasqua: spedisco la Domenica delle Palme che ha
visto grande interesse per i rami di ulivo benedetti. Una premessa
promettente!
don Paolo
SAN RESTITUTO “ CANTIERE DI SPERANZA “
In questo tempo di paura e di forzato isolamento San Restituto si fa icona di coraggio
e di incontri d’anime.
E’ entrato nel cuore di tanti, per differenti ragioni.
Di qui l’idea di dedicargli un po’di tempo scrivendo queste note.
I destinatari?
Tutti coloro che lo amano, per le più svariate ragioni.
Lo scopo di questo scritto?
Far conoscere meglio “l’anima di san Restituto” e ampliare la rete dell’AASR.
Il pretesto?
La rilettura dello scritto di don Paolo sul numero del Bollettino Interparrocchiale del
dicembre 2013. Annuncio di un traguardo o nuova partenza?
Don Paolo scrive:
“San Restituto icona di resurrezione”.
Con questo titolo si conclude il volumetto “Dalla Memoria alla Speranza” pubblicato
nel 50° dell’incendio del Sauze del 1962.
Esprime ciò che spiritualmente, oggi e in futuro, vogliamo ottenere con il restauro
conservativo di San Restituto durato 18 anni e concluso nel 2013.
“ICONA” perché, nella chiesa, vi si riflette la “Gloria”, quella del Signore normalmente
velata nella quotidianità.
“RISURREZIONE” perché la vita bella e buona del Vangelo è l’esito di chi ne fa
esperienza….
Chiarimento. In settembre, con la posa delle lastre di pietra sul muro di cinta,
chiudevo il lungo restauro conservativo.
In ottobre, quasi ogni giorno, salivo, in pellegrinaggio, alla chiesa, crogiolandomi nella
convinzione che il grosso era ancora da fare.
A che pro fare bella la chiesa se poi tanta potenzialità spirituale resta inerte?
E’ ben vero che i parrocchiani la sanno valorizzare ma il variegato popolo che
frequenta le nostre strade può lasciarlo ai margini? ... ( pp. 6-7)
Lo scritto, pubblicato sul Bollettino venne anche inviato da don Paolo a una
Mainliglist da lui compilata artigianalmente tra coloro di cui era in possesso della mail
per precedenti corrispondenze. A tutti costoro don Paolo parlava della futura
Associazione caldeggiandone la partecipazione.
Ai lettori di allora e ai nuovi ci permettiamo, come Direttivo della AASR, di riprendere
il filo della comunicazione per coltivare un legame di simpatia e di amicizia con San
Restituto e, riproporre, con don Paolo, l’auspicata adesione alla Associazione.
Articolerò questo intervento in tre punti:
1) Come hanno pensato San Restituto e il suo restauro don Paolo e il gruppo
appassionato di laici che hanno dato l’avvio alla operazione “Salviamo San
Restituto” negli anni 80;
2) La vita della comunità nei 18 anni del restauro;
3) Risposta alla sfida di non lasciare “inerte” “tanta potenzialità spirituale” (d.
Paolo, cit): l’AASR e suoi possibili sviluppi.
1 . Come testimone diretta del primo avvio delle operazioni di restauro custodisco nel
cuore il monito di una voce laica, in assemblea di popolo, definita più volte da don
Paolo come un “tuonare”: il restauro della chiesa- edificio doveva essere unico corpo
con la rinascita del paese, sfatto dalle tristissime vicende dell’incendio.
Ancora recentemente don Paolo, ricordando quella circostanza, scriveva: “ Nel
contesto "tuonare" avrei piacere si dicesse qualcosa sulla felice circostanza che tanto
mi ha coinvolto da rendere quegli anni radiosi i più fecondi del mio iter sacerdotale:
la contemporaneità di restauro edificio e ricostruzione comunità” ( da una lettera
inedita)
Abbiamo sostenuto sempre con forza durante tutto il restauro di non volere una
chiesa- museo, né come raccolta di cimeli, né come ripetizione di riti del passato, ma
una chiesa per la gente, per le persone dell’oggi, per un popolo che, nel susseguirsi
delle generazioni e in virtù di profondi cambiamenti sociali e specifici del paese, cerca
ragioni e senso del vivere con sensibilità rinnovate o anche molto diverse rispetto al
passato.
La attenzione vigile di don Paolo per conservare l’interno della chiesa essenziale, la
sua ritrosia a concedere quasi a malincuore, l’inserimento di qualche elemento
decorativo nuovo, ma ritenuto quasi di troppo rispetto alla austera bellezza della
chiesa, lo testimoniano.
Insieme alla sua capacità di cogliere i segni dei tempi, rendere le celebrazioni vive,
coltivare e valorizzare quell’andare insieme meditando, un accogliere tutto il sito e
anche la stradina che porta alla chiesa e i prati e i monti dentro uno spazio di
spiritualità che include tutti gli uomini e anche la natura circostante come grembo
della chiesa…
Custodire la fede e coltivarla e offrirla come la perla ereditata dai padri ma da
incastonare in gioielli apprezzati dalle nuove sensibilità. Proprio questo lo snodo e la
sfida.
2. La vita della comunità nei 18 anni del restauro trova fedele testimonianza nei
Bollettini fedelmente redatti tre volte all’anno dal 1979 al 1988 e poi semestrali fino
al dicembre 2013.
LA Bibbia di pietra, come felicemente l’ha definita don Bartolomasi nel primo articolo
sul restauro, accoglie le celebrazioni della Parola e del Pane che sono lo specifico della
fede cristiana ma apre le braccia ad accogliere l’uomo intero e tutti. Ogni nuova pietra
si fa occasione di umane relazioni rinnovate.
Si aprono cammini di nuova umanizzazione.
Il numero speciale del Bollettino interparrocchiale del 1 Agosto 2012 Dalla Memoria
alla speranza A 50 anni dall’incendio del 14 luglio1962 ne illustra ispirazioni e senso.
Il volume DAZE Sentieri tra chiesa e villaggio fotografa bene la vita della comunità
nell’intera durata del restauro.
Mentre si danno gli ultimi ritocchi e si perfezionano le rifiniture don Paolo guarda
lontano e ha nei suoi giorni un rovello che condivide con i parrocchiani più prossimi,
con gli amici, con la popolazione tutta:
Chi si occuperà in futuro della Bibbia di pietre?
• Custodia dell’edificio e vigilanza sull’equilibrio tra il monumento e il suo patner:
l’acqua sorgiva, causa dei suoi guai passati, e ora incanalata, ma sempre
minaccia possibile;
• Apertura della chiesa almeno nei periodi estivi per i visitatori;
• Apertura, fruibilità e predisposizione alla accoglienza nella chiesa di
celebrazioni da parte di gruppi che lo richiedono per la celebrazione eucaristica
o per pause di preghiera o di riflessione, o di singoli o famiglie per battesimi e
matrimoni, anniversari o cerimonie funebri;
• Accoglienza di eventi culturali, di concerti, di circuiti di manifestazioni
organizzate da altre realtà del territorio e collaborazione per il loro
allestimento e il loro svolgersi;
• Corvèe per la pulizia del cimitero e del sito.
Chi promuoverà la sua conoscenza ( sito, mostre sul restauro, relazioni esterne)?
Chi si dedicherà, in collaborazione con le altre istituzioni, alla edificazione di una
comunità di pietre vive, accogliendo l’eredità spirituale dei padri e facendo di San
Restituto, luogo della Memoria, una icona di resurrezione?
Si tratta di procedere attingendo dalle radici linfa vitale per espandere rami e
portare frutti.
3. Chi ha pensato alla Associazione non ha mai disgiunto idealmente San Restituto
dalla “sua” gente. E ha pensato la chiesa nel suo grembo -cimitero e sito- come
fonte di bene per tutti, nelle infinite espressioni creative dello Spirito vivificatore
che suggerisce sempre nuove mappe di incontro amabile tra tutti i suoi figli.
Di qui l’imprescindibile necessità di immettere nel flusso della vita della
associazione una polifonia di voci (questo il senso autentico del richiamo alla
dimensione popolare più genuina) che, senza paura, rivelino il proprio pensiero e
non disprezzino quello altrui. Trent’anni e più di servizio pastorale e di impegno
umano di don Paolo per edificare una comunità di pietre vive non possono lasciarci
come prima.
Di particolare preziosità la presenza di chi si sente erede di quella tradizione di fede
declinata nel passato più recente soprattutto al femminile nella storia di Sauze e
che negli ultimi trent’anni ha animato la vita della parrocchia. Non per snaturare
la Associazione, per statuto non legata ad appartenenze politiche o religiose, ma
per immettervi quell’anelito a custodire i valori di fede e di civiltà delle madri e dei
padri, declinandoli in forme vive e significative nell’oggi.
Tra le finalità della Associazione si richiama la opportunità di indagare e narrare la
storia di San Restituto, dare voce al popolo che intorno ad essa ha costruito vita e
civiltà; predisporre incontri di riflessione sulle tematiche che si delineano nel
tempo specifiche del suo profilo e della sua identità, come:
a) la convivialità delle differenze religiose (atto di redenzione dalle guerre
di religione che nel passato l’hanno infestata);
b) lo svelamento di pagine della sua storia di fede e di cultura di popolo;
c) la promozione di esperienze di contemplazione della bellezza nelle sue
infinite forme in dialogo tra loro in una spiritualità del creato;
d) aprire futuro dando voce a un modo “diverso” di vivere e anche di
credere, di tessere relazioni e di uscire dal guscio dell’individualismo e della
autoreferenzialità personale e di gruppo, nella vittoria sulla paura, vittoria
di cui San Restituto è sempre stato patrono. Aprire futuro ad un paese che
non è più quello di ieri ma si sente comunque vocato a mantenerne i valori
più belli nella costruzione di nuovi profili identitari personali e di comunità.
Di qui il dovere morale, dentro il pieno rispetto dei vincoli giuridici imposti, di costruire
un impianto di Associazione aperto, trasparente, polifonico, anche organizzato in aree
e gruppi comunicanti che curano ciascuno un pezzettino di responsabilità
“gareggiando nello stimarsi a vicenda ” ( Romani,12,10)
La polifonia di voci e di differenze educa alla accoglienza di punti di vista diversi
nella poliedricità dei “come” si può perseguire l’ideale comune, apprezzando la
diversità dei punti di vista e evitando di assolutizzare il proprio o quello della
cerchia ideologica o sociale di appartenenza.
Nella AASR c’è cittadinanza per tutti coloro che desiderano offrire volontariamente
un pezzettino del loro tempo e del loro impegno:
• cittadini di Sauze o della Valle,
• nativi e emigrati anche da generazioni,
• immigrati e nuovi ospiti del territorio,
• simpatizzanti, turisti, artisti, amanti della bellezza,
• cercatori di una appartenenza a una comunità aperta e solidale,
• donne e uomini di fede nel Signore della vita e donne e uomini in ricerca,
• ricchi e poveri,
• creativi nel pensiero e nelle mani,
• amici personali di don Paolo,
• eredi di quel primigenio gruppo di appassionati sognatori del primo
Comitato o di coloro che non credevano ai loro occhi di fronte ai lavori del
restauro iniziati e proseguiti nel tempo e li accompagnavano con le piccole
simboliche offerte tratte dai loro risparmi,
• chi vi capita per caso perché ospitato per una conferenza o per un concerto
o una celebrazione e ne è affascinato…
• Chi ne intercetta la presenza nei crocevia virtuali
Le iniziative di questi anni hanno provato ad andare in questa direzione. Davvero
plauso e gratitudine grande a tutti coloro che si sono generosamente prodigati.
Ma siamo agli inizi di un cammino.
La dura prova che stiamo attraversando come umanità, e non solo come paese, sia
foriera di possibile solidale futuro (Marie).
Ogni cenno di risposta e/o di adesione è graditissimo.
Il Direttivo della AASR
ASSOCIAZIONE AMICI DI SAN RESTITUTO
sede legale: VIA PRINCIPALE 15
10054 SAUZE DI CESANA TO
CODICE FISCALE 96036000014
www.sanrestitutodelgransauze.it
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
pagina facebook: Associazione Amici di San Restituto
quota associativa €30,00 annuale
coordinate bancarie: IBAN IT 37 G 03069 09606 100000137265
Associazione Amici di San Restituto
Il sottoscritto ………………………………………………………………………………………………….;
nato il ………………………. ; a ……………………………………………..;
cittadinanza ……………………………..
residente a……………………………………………………………………………………….
documento identità………………………………………………………………………………..rilasciato
da……………………………………………………………………………………………….
Presa visione dello statuto della Associazione Amici di San Restituto,
chiede di essere associato secondo le modalità previste nello Statuto dellaa
Associazione;
dichiara di aderire alle finalità descritte nello Statuto e di impegnarsi a
rispettare lo statuto e le delibere degli organi dell’Associazione;
data …………………….
Firma …………………………………………...
Indirizzo cui inviare comunicazioni scritte (se diverso da quello di residenza):
………………………………………………………………………………………………………..
Numero di telefono …………………………………………………………………………
Email …………………………………………………………………………